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Roma, a piazza Risorgimento saluti romani e presente per il 50esimo della morte di Miki Mantakas

Diversi militanti di estrema destra si sono riuniti a piazza Risorgimento a Roma, a pochi passi dal Vaticano, per commemorare l’omicidio dello studente universitario ucciso nella Capitale il 28 febbraio 1975.
A cura di Enrico Tata
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Nel giorno del cinquantesimo anniversario della morte di Mikis ‘Miki' Mantakas diversi militanti di estrema destra si sono riuniti a piazza Risorgimento a Roma, a pochi passi dal Vaticano, per commemorare lo studente universitario ucciso nella Capitale il 28 febbraio 1975. Stando a quanto ricostruito è stato fatto il saluto romano e i presenti hanno gridato per tre volte ‘presente', esponendo uno striscione con la scritta: "Lui vive, lui combatte". Da una finestra di un palazzo che affaccia sulla piazza, riportano i presenti, qualcuno ha risposto alla cerimonia con un urlo: "Viva l'Italia antifascista".

Chi è Miki Mantakas, studente greco ucciso a Roma nel 1975

Miki Mantakas fu ucciso a Roma il 28 febbraio del 1975. Era uno studente universitario, attivista della Lega nazionale degli studenti greci in Italia, e militante del Fronte universitario d'azione nazionale (Fuan). Fu colpito da due proiettili sparati davanti alla sezione del Msi di via Ottaviano.

Dell'omicidio, commesso nel giorno in cui si teneva un'udienza dedicata al rogo di Primavalle, furono accusati i militanti di Potere Alvaro Lojacono e Fabrizio Panzieri.

Lo scorso anno croci celtiche al Colosseo per la commemorazione

Lo scorso anno, oltre alla consueta commemorazione tra piazza Risorgimento e via Ottaviano, alcuni estremisti greci esposero bandiere nere con croci celtiche davanti al Colosseo. Gli scatti furono poi diffusi in alcune chat di estremisti di destra.

Le reazioni, Rifondazione: "Vergognoso oltraggio a Costituzione e a Roma"

Queste "liturgie ormai abbastanza note che rappresentano un grave e vergognoso oltraggio alla nostra Costituzione e alla città di Roma, medaglia d'Oro alla Resistenza. Ci chiediamo come mai, vista anche la scarsa presenza dei militanti di estrema destra, non più di qualche decina, il Viminale abbia voluto comunque autorizzare tale iniziativa al centro di Roma, a due passi dal Vaticano, che si è inevitabilmente trasformata, come era abbastanza prevedibile, in una manifestazione di apologia del fascismo. Un pessimo biglietto da visita anche per quei turisti sbigottiti, costretti ad assistere, loro malgrado a una macabra carnevalata che evocava le pagine buie della nostra Storia italiana ed europea, tra saluti romani, celtiche e altri ameni simboli neofascisti", ha commentato in una nota Giovanni Barbera, Rifondazione Comunista.

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